Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca
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I fedeli della Chiesa ortodossa ucraina si sono rivolti al Presidente dell’Ucraina e alle Chiese ortodosse autocefale con una richiesta di sostegno
Il 22 febbraio 2021 nella Lavra delle Grotte di Kyiv “Uspenskaja” (della Dormizione della Madre di Dio) ha avuto luogo un congesso dei rappresentanti delle chiese catturate della Chiesa ortodossa ucraina. Alla fine del congresso i fedeli della Chiesa ortodossa ucraina hanno registrato un video appello al Presidente dell’Ucraina e alle altre autorità con la richiesta di difendere i loro diritti, e si sono rivolti anche alle Chiese ortodosse autocefale con un appello di sostegno.
Il parrocco della chiesa di San Giorgio del villaggio Katerinivka della Provincia di Ternopil l’arciprete Sergij Gladun ha raccontato della cattura violenta della chiesa: “La gente è stata colpita, derubata nello stato loro. Un affare senza precedenti nel XXI secolo – ci odiano per la fede ortodossa, catturano le chiese, sfondano le porte e tolgono le nostre sacre reliquie”. Egli ha sottolineato che dal 2014 ci sono stati più di 100 casi (più di 130 – ed.).
“Accanto a me ci sono persone da 12 provincie ucraine, ciascuna con una storia di dolore e tristezza e anche con delle vittime per la fede ortodossa. Ci sonomigliaia come noi”, ha testimoniato il sacerdote.
Padre Sergij ha sottolineato che questa politica controla Chiesa è stata attivamente appoggiata dall’ex-presidente dell’Ucraina P. Poroshenko, e la maggioranza dei fedeli ucraini speravano che il nuovo presidente, per il quale hanno votato, avrebbe fermato le oppressioni per i motivi religiosi da parte del potere precedente e avrebbe difeso i diritti dei milioni degli ortodossi ucraini. “Ma non è successo così”, ha constatato il sacerdote Sergij Gladun.
I rappresentanti di altre comunità religiose vittime dei raider della “Chiesa ortodossa in Ucraina” hannocondiviso le loro speranze: “Aspettiamo che difenda i diritti costituzionali di ogni ucraino, greco, russo, ungherese e non divida gli ucraini in “giusti” e “non giusti”, come prometteva”.
I fedeli si sono rivolti al garante della Costituzione conla richiesta di “fermare la discriminazione dei cittadini dell’Ucraina e della Chiesa ortodossa ucraina” e di abolire la legge sul cambio del nome della Chiesa. “Egregio Vladimir Aleksandrovich, Lei piò cambiaretutto, riconquistare il rispetto verso la Costituzione dell’Ucraina, restituire la pace in Ucraina, dimostrare che i diritti dell’uomo sono al primo posto”, è scritto, fra l’altro, nell’appello.
I rappresentanti delle chiese catturate della Chiesa ortodossa ucraina si sono rivolti in varie lingue – rumena, bulgara, greca, giorgiana e serba – anche alle Chiese autocefale. “Chiediamo sostegno e preghieredelle Chiese ortodosse autocefale nella nostra lottacontro coloro che odiano i loro vicini, catturano le nostre chiese, picchiano i fedeli e i sacerdoti e alzano la mano sulle reliquie!”, hanno sottolineato i fedeli, chiamando a non “appoggiare la realizzazione dello scisma ucraino”.
“Noi, la Chiesa ortodossa ucraina, siamo a casa nostra. Questa è la Chiesa nostra e la terra nostra”, hanno testimoniato gli ortodossi ucraini, concludendo il loro appello con le parole “Cristo è risorto!” in varie lingue.
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